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Campi Morfogenetici-approfondimento

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Jesua
view post Posted on 25/8/2008, 11:44 by: Jesua







Cos’è un campo morfogenetico? Perché nel processo di guarigione spesso si osserva che l’individuo sembra avere accesso a una dimensione di coscienza superiore? Che relazione c’è tra l’ipotesi della “causalità formativa” e la possibilità che esista una interrelazione tra coscienza umana e memoria cellulare?
Cos’è un campo morfogenetico? Perché nel processo di guarigione spesso si osserva che l’individuo sembra avere accesso a una dimensione di coscienza superiore? Che relazione c’è tra l’ipotesi della “causalità formativa” e la possibilità che esista una interrelazione tra coscienza umana e memoria cellulare?




Rupert Sheldrake e la teoria della “causalità formativa”.

Fisiologo e biologo, già membro della Royal Society, Rupert Sheldrake ha raggiunto la notorietà grazie alla sua famosa e controversa teoria della “causalità formativa” e dei “campi morfogenetici”.

Le teorie di Sheldrake nascono in realtà da un’esigenza profonda di trovare risposte valide ad alcune lacune delle scienze biologiche e da una profonda crisi della visione meccanicistica dell’universo, visione già messa in discussione dalle teorie della nuova fisica

Partendo, dunque, da una serie di opere in cui ha cercato di spiegare alcuni processi irrisolti nella biologia in particolare e nelle teorie della comunicazione in generale, Sheldrake approda ad un nuovo quadro concettuale per le scienze biologiche che ha finito per influenzare altri campi di indagine, compreso quello sugli stati alterati di coscienza e la medicina psicosomatica.

Per questo egli entra a buon diritto tra coloro che hanno fornito un supporto scientifico e concettuale all’elaborazione di un nuovo quadro di riferimento per le scienze olistiche.

Come già osservato, la sua controversa teoria della causalità formativa prende le mosse dall’ipotesi di un universo non meccanicistico, governato da leggi che sono esse stesse soggette a cambiamenti.

Egli non è il solo a concepire questa probabilità.

E’ infatti alla fine degli anni ottanta che diversi biologi, di vari orientamenti e campi di ricerca, hanno provato a comprendere la capacità generativa, formativa e rigeneratrice degli esseri viventi.

Fra questi anche Hans Spermann, Alexander Gurwitsch, Paul Weiss. Ognuno di loro ha proposto teorie che potrebbero spiegare come i sistemi viventi hanno organizzato lo sviluppo normale, guidato i processi delle regolazioni e la rigenerazione dopo i danni. Vari nomi furono proposti per i campi: campi inerenti allo sviluppo, embrionali, o morfogenetici.

La definizione proposta da Sheldrake di “campi morfogenetici” è quella che ha ottenuto maggiore risonanza a livello mondiale e di divulgazione.



I campi morfogenetici.

La teoria di Sheldrake afferma che i sistemi sono regolati non solo dalle leggi conosciute dalla scienza fisica, ma anche da campi organizzativi invisibili, che lui chiama “morfogenetici”.

Il termine indicherebbe un nuovo tipo di campo fisico che svolge un ruolo nello sviluppo della forma.

In altre parole, i campi morfogenetici sarebbero responsabili della forma e dell’organizzazione specifica dei sistemi a tutti i livelli di complessità, non solo in biologia ma anche in chimica ed in fisica.

Questi campi ordinano i sistemi con cui sono associati influendo su eventi che, da un punto di vista energetico, appaiono come indeterminati o probabilistici, cioè, in termini più semplici, non sembrano possedere apparentemente alcun rapporto gli uni con gli altri.

Questa teoria suppone, tra l’altro, che, se un membro di una specie biologica impara un nuovo comportamento, il campo morfogenetico per la specie cambia, anche se lievemente. Se il comportamento viene ripetuto abbastanza a lungo, la sua “risonanza morfica” si accumula e inizia a influenzare l’intera specie. Più individui della stessa specie imparano a eseguire un nuovo compito, più potente diventa questo loro campo morfogenetico e più facilmente gli altri individui della specie impareranno a eseguire quel compito.


È il cosiddetto salto quantico, che facilita il raggiungimento di un obiettivo, prima considerato difficile per i più.

Ciò è vero non solo a livello di specie, ma anche riportato al microcosmo dell’universo cellulare.

Sembra infatti che la cellula conservi la memoria di tutti i processi a cui viene sottoposta. Quando essa apprende. Essa potrebbe quindi “apprendere” ad autoregolarsi e a ripristinare la memoria dello stato di equilibrio.

Questo è particolarmente importante nelle malattie in cui il danno fisiologico prende l’avvio da un’errata risposta a livello cellulare, come nel cancro.

L’ipotesi è dunque quella che sia possibile, attraverso opportuni interventi della coscienza del soggetto malato, ripristinare la memoria del funzionamento corretto della cellula abnorme.



Campi morfogenetici, salute e stati elevati di coscienza.

Sheldrake pensa che la capacità per rimembrare, richiamare, ricollegare, o riconoscere dipenda dalla risonanza morfica.

Applicando questa teoria all’ambito cellulare è possibile supporre che un paziente possa riuscire a rivitalizzare il corpo cambiando le condizioni costitutive per il funzionamento ottimale del sistema comunicativo, cioè la comunicazione fra particolari campi morfici delle cellule.

Dal modello deriva che le cellule danneggiate diventano in grado di attingere alla memoria dei relativi campi morfici e quindi di essere in grado di attivare il sistema di autoguarigione del corpo. Il motivo che determina il recupero è che le comunicazioni sono ripristinate su un modello di salute, perché la risonanza morfica è rigenerata o ristabilita.

Per risonanza morfica Sheldrake intende il rapporto o il processo per mezzo del quale le precedenti forme e le strutture di attività interagiscono con forme ed attività similari. La risonanza morfica funziona attraverso sia lo spazio che il tempo ed essa non diminuisce con la distanza nel tempo o nello spazio.

Malattie come il cancro esprimono un disarmonia cronica e le disfunzioni dell'unità dell'intero sistema di comunicazione della personalità

L'ipotesi che il cancro sia una malattia sistematica implica che il malato sia danneggiato o non tragga risultati apprezzabili dall’uso di metodi e farmaci che presuppongono che il cancro sia una malattia locale in una parte autonoma del corpo. Le malattie come il cancro esprimono invece un disarmonia cronica e le disfunzioni dell'unità dell'intero sistema di comunicazione della personalità.



Applicando la teoria di Sheldrake allo sviluppo degli stati di coscienza più elevati, possiamo prevedere che maggiore è il numero di individui che iniziano a elevare il proprio stato di coscienza, più forte diverrà il campo morfogenetico per stati più elevati, e più facile sarà per gli altri muoversi poi in quella direzione.

L’impatto di una concezione come questa sui movimenti per lo studio del potenziale umano è stato enorme ed ha trovato un veicolo di divulgazione internazionale e popolare grazie anche a quegli scrittori nell’orbita della New Age che profetizzano un’imminente “salto quantico” della coscienza collettiva e che hanno trovato ne “La profezia di Celestino” di James Redfield il loro manifesto ideologico. ( diffidate dal movimento New Age o cavolate della profezia del Celestino non sono altro che movimenti pseudo-religiosi che preannunciano una grande era fatta di cambiamenti e nuova coscienza grazie alla risonanza magnetica che salirà passando ida 7.8/8.3 a 11/13 Hz.
(la Risonanza di Shuman) quando invece ci sono quote stabili e non prevedono nessun aumento o che. si dicono molte stronzate per questo è meglio stare con i piedi per terra e gli occhi puntati)
 
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